Sono scesi nuovamente in piazza, questa mattina, a Palermo, i lavoratori dei call center. Alcune centinaia di persone, qualche passeggino, che dietro striscioni e bandiere dei sindacati (Cisl, Cigl, Uil e Ugl), sono partiti da piazza Croci per raggiungere la sede della prefettura, in via Cavour. ‘Il lavoro non si tocca’. ‘Dall’Italia il lavoro se ne va’. Alcuni dei cori intonati durante la manifestazione regionale con cui, ancora una volta, negli ultimi 8 anni, i lavoratori dei callcenter tornano a chiedere “garanzie” al governo, leggi “che impediscano le delocalizzazioni”, il “rispetto” del contratto e tutele “come per qualunque altro lavoro”. “E’ un settore in profonda trasformazione da tanti anni e che rischia di fare numerose vittime in tutto il Paese – dice Emiliano Cammarata, Rsu Almaviva Slc Cgil – La Sicilia è la regione con il più alto numero di addetti nel settore dei call center. Una terra come la nostra non si può permettere il danno sociale che deriverebbe dal licenziamento di 1.700 lavoratori di Almaviva che potrebbero diventare ventimila nella regione nel giro di tre anni”.